Quando a Borgomanero
sfrecciavano le motociclette
Alberto Galloni, nato a Romanengo nel cremasco nel 1890, dopo aver compiuto gli
studi tecnici venne assunto alla Breda settore trebbiatrici. Nel 1912 la ditta
lo inviò a Borgomanero per la manutenzione delle trebbiatrice vendute in quella
zona: Alberto conobbe quella che diverrà sua moglie e pertanto decise di
rimanere a Borgomanero dando vita ad una officina per continuare autonomamente
il suo lavoro.
Conobbe
nel frattempo Aldo Piscia, un appassionato di meccanica ed insieme realizzarono
la loro prima moto contraddistinta dalla sigla P.G. ed equipaggiata con un
motore 350cc a quattro tempi.
Passarono
gli anni della prima guerra mondiale e Galloni si dedicò, ad Omegna, alla
produzione di materiale bellico in un piccolo stabilimento. Nel 1919 si
ripresentò l’idea della produzione di motociclette: questa volta Alberto
realizzò una bicilindrica 500 cc da corsa che si distinse per la conquista di
alcuni records italiani di velocità.
La
produzione in serie vera e propria iniziò nel 1920, prima con una piccola
motocicletta a due tempi e successivamente nel 1921 con una bicilindrica da 500
cc. Sulla stessa base della 500 cc Galloni realizzò anche una 750 cc
principalmente destinata all’accoppiamento al sidecar, esigenza a quel tempo
molto sentita.
Galloni
credeva fermamente che la via dei records di velocità potesse rendere in modo
inequivocabile le possibilità del mezzo e quindi affermarne la distribuzione.
Un primo avvenimento in questa direzione si verificò alla fine del 1921 quando
Gino Zanchetta alla guida della 750 cc, sul rettifilo Borgomanero-Cureggio,
ottenne il record italiano del chilometro lanciato con una media di 132,352 km/h .
Negli
anni seguenti, pur mantenendo a listino le versioni 500cc e 750 cc, Galloni
puntò principalmente sul nuovo modello 250 cc decisamente di minore costo e
maggiore maneggevolezza.
E
sono proprio gli anni che vanno dal 1925 al 1926 a dare maggiori
soddisfazioni alla casa borgomanerese. Il trionfo arrivò in particolare nel IV
Circuito motociclistico d’Italia categoria 250 cc e il pilota Alfredo Panella
nel 1926 conquistò il titolo di campione d’Italia in sella alla rossa Galloni.
Nel
1927, per problemi di carattere finanziario la ditta venne temporaneamente
chiusa, ma l’anno successivo riprese la normale produzione di 250, 350 e 500
cc. L’ultimo modello che venne progettato fu un 173 cc, poi nel 1931 la
produzione cessò definitivamente. Oggi le moto Galloni sono rarissime e molto
quotate sul mercato delle moto d’epoca.
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Sulla destra Alberto Galloni |
Il campione Alfredo
Panella
Il
nome della moto Galloni è legato indissolubilmente alla figura di un campione
del motociclismo, Alfredo Panella.
Panella
nasce a Genzano di Roma, nei Castelli Romani, alla fine del 1800: la famiglia
lo avvia alla carriera ecclesiastica, ma Alfredo ben presto manifesta la
passione per i motori che può perseguire in una piccola officina del paese.
Intanto inizia a correre con la bicicletta senza risultati eclatanti. Scoppia la Grande Guerra , Panella rimane
ferito seriamente e gli viene assegnata una pensione: con questi soldi, nel
1920, si compera la sua prima motocicletta, una Minerva del 1904 che gli consente
di fare le prime esperienze.
Nel
1921 si trasferisce per lavoro a Foligno e acquista una potente moto Frera 500
tipo Raid Nord-Sud. Inizia a
partecipare alle prime gare motociclistiche, ottenendo un ottimo risultato nel Circuito
dell'Appennino, una importante competizione dell'epoca.
Nel
1923 avviene l’incontro della sua vita: mentre si aggira fra gli stand del
salone motociclistico di Milano, si sente afferrare per un braccio da Alberto
Galloni, il costruttore di Borgomanero, che gli chiede: "vuol correre per me ?". Panella
accetta immediatamente e con la
Galloni 750, 350 e 250, conquista i suoi primi importanti successi
e la sua fama diviene nazionale.
Nel
1926, l 'anno
d'oro della Galloni, vince 18 gare sulle 20 disputate, tanto da essere
soprannominato San Panella da Gallone: la sua continuità di rendimento sembra
miracolosa. Al termine di ogni corsa, Panella si rimette in sella alla stessa
moto che ha utilizzato in gara e fa ritorno Borgomanero, per mettere a punto il
suo bolide.
Nel
1928, a
causa della crisi della Galloni, Panella passa alla torinese Ladetto &
Blatto mentre nel 1930 approda alla moto Guzzi proseguendo la sua entusiasmante
carriera e ottenendo importanti successi.
Alfredo
Panella è stato uno dei più famosi piloti italiani degli anni venti e trenta
del Novecento, capace di attirare l'attenzione di pubblico e stampa come
testimoniano le documentazioni raccolte negli archivi, tra le quali spicca una
monografia del 1934 pubblicata da "La Gazzetta dello Sport".
La
sua carriera è stata lunghissima, nel